Il Bangladesh: “l’India che fu”

Prezzo da definire

“L’avventura è un impegno che coinvolge tutto l’essere e sa cavar fuori dal profondo ciò che di meglio e di umano è rimasto in noi.”

– Walter Bonatti –

A volte le vere bellezze sono nascoste dall’occhio umano, gelosamente custodite da folte foreste dove gli animali fanno da guardia ai tesori custoditi al suo interno. Scoprire queste bellezze significa andare “oltre le strade battute” e i consueti viaggi organizzati. Significa addentrarsi nel cuore pulsante di un paese ancora incontaminato dall’uomo, dove i profumi, i colori e i rumori della natura sono ancora intatti e vividi ad ogni passo. Natura e storia si sono unite indissolubilmente, una lunga storia d’amore senza fine, un amore suggellato dagli abbracci delle mangrovie, dai canti delle tribù, dai templi… se si ascolta con attenzione tutto parla di questo amore profondo, persino il silenzio.
Un viaggio in Bangladesh, un paese sconosciuto poiché vive all’ombra della Grande India, eppure ricco di straordinarie bellezze naturalistiche, di siti archeologici dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, di genuine popolazioni non ancora contaminate dal Turismo. Dhaka: la capitale, città divisa tra antico e moderno; Sonargaon: l’antica capitale del regno del Bengala; la regione di Rajshahi ad ovest del paese con le rovine del monastero Buddista di Paharpur, il più grande mai costruito a sud dell’Hymalaya; la città templare si Puthia. A sud la moschea “dalle sessanta cupole” di Bagerhat; il Parco Nazionale di Sundarbans: la più vasta foresta di mangrovie del pianeta posta nel mezzo del Delta del Gange dove con un confortevole battello navigheremo gli intriganti canali alla ricerca dell’elusiva tigre del Bengala; infine Chittagong da dove effettueremo un’interessante escursione nelle regioni tribali di Bandarban e Rangamati per incontrare le etnie di origine tibeto-birmana dei Chakma, Marma, Bhom, …